mercoledì 4 agosto 2010

Una nota operativa

Mentre si avvicinano le vacanze vorrei dare un ultimo consiglio a quei dottorandi che stanno lavorando alla propria "storia di una cosa". Poiché si tratta di una cosa, bisogna che il discorso si faccia particolare ossia non si riferisca in generale al barattolo, all'altare, alla video installazione, ma a un particolare oggetto, di cui si racconta la storia, corredandola dei necessari documenti. Buon lavoro.

venerdì 23 luglio 2010

Registrazione del Corso - AVVISO

Carissimi studenti,
a differenza di quanto detto ieri, non mi è possibile effettuare la registrazione elettronica (W l'informatizzazione !!!) del vostro corso e quindi ho bisogno (fisicamente e concretamente) di avere il vostro statino. Ma in fondo in fondo è un'ulteriore conferma dell'importanza della carta...
Questo avviso è ovviamente diretto a quanti non hanno ancora consegnato lo statino.
Un caro saluto a tutti, mentre aspetto le vostre "storie di cose".
Buona estate,
Vittorio Marchis

martedì 20 luglio 2010

Ultima lezione

La prossima e ultima lezione del corso di Antropologia e Archeologia Industriale si terrà al Cemed in Via Cavalli 22/H giovedì 22 luglio dalle ore 9 alle ore 12.

giovedì 8 luglio 2010

Cosmo, corpo, cultura

Una prima visione generale sulla Antropologia culturale si trova nel sito di Cecilia Gatto Trocchi.


Ecco l'indice del libro Cosmo, corpo, cultura. Enciclopedia antropologica, a cura di Christoph Wulf, Milano : Bruno Mondadori, 2002.

Le cose oscene

Una ricerca condotta su Google non ha dato alcuna immagine contrassegnata dalle parole "oscenità industriali"

Solo sette immagini trovano la descrizione "industrial obscenity"

Nell'ambito dei singoli ambiti di ricerca, ecco alcune "cose oscene"

Andrea: un prodotto scaduto
Olivia: l'Eternit
Dario:
Veronica: la mela bacata
Vanessa: una clip vecchia e superata
Emiliean: uno scarto industriale
Javier: un animale da pelliccia scuoiato
Laura: l'acqua nera del fiume Bormida
Paulo: il fango dei diamanti

La storia di una cosa

Ogni ambito dell'Antropologia industriale è costellato di "cose", oggetti, macchine, pezzi di materia... che non hanno posto nella storia perché non sono diventate neppure una scrittura. Compito dell'Archeologia (in questa società industriale) è assegnare alla cosa tutte le informazioni e le certificazioni (nello spazio e nel tempo) per poterla far diventare parte della Storia. L'Antropologia (con i suoi paradigmi) deve ricordarci che non esiste la storia al di fuori della consapevolezza di chi la fa e la riceve.

Ogni partecipante al Blog è invitato a scrivere, nell'ambito del proprio settore di ricerca, la storia di una cosa.

Ecco gli ingredienti:
- la "cosa"
- alcune immagini della cosa
- i documenti intorno alla cosa
- i contesti della cosa
- le metafore della cosa
- i paradigmi antropologici applicabili alla cosa.

giovedì 1 luglio 2010

Cose cinesi - 中文东西

东西 (dōngxi) = cosa
东 = est
西 = ovest

un doppio ideogramma che fa meditare...



In calce all'immagine si legge il titolo 好东西 2009, ossia "le cose buone del 2009"

E poi perché non visitare il sito dove Albert Wolfe presenta il suo album? Ma qui la frase Wo Bu Shi Dongxi 我不是东西 (letteralmente "io non sono una cosa") non ha nulla a che vedere con le "cose": essa vuol dire "io sono stupido e cattivo".

NOTA. Per la pronuncia delle parole cinesi si consiglia l'uso del Traduttore di Google: è un inizio accettabile.

Cose, segni, scritture, documenti

Nella nostra accezione e con riferimento a questo blog, ecco una prima bozza del Tractatus materialis philosophicus

1. La cosa è un'entità materiale.
1.1 La cosa nella sua etimologia è potenzialmente "causa".
1.1.1 La cosa è una causa materiale.

2. Il segnale è una traccia su una cosa che genera una sensazione o è causa di un effetto.
2.1 Il segnale a cui è legato un contenuto diventa un segno.
2.1.1 Il segno può assumere diversi significati.
2.1.2 I significati sono legati al contesto di riferimento.
2.1.2.1 I contesti di riferimento possono definire nel segnale: a) la funzione, b) un messaggio, c) una prescrizione, d) la struttura, e) l'appartenenza, ecc.
2.2 I processi creativi si fondano sulla variabilità dei significati dei segni.
2.3 Il segnale può diventare il supporto di un'idea.
2.3.1 Il marchio (brand) è il segnale di un'idea commerciale.
2.3.2 Parte di un segnale - diventato metafora (sineddoche) - può assumere il significato del tutto.

3. La scrittura è un insieme di segni a cui è assegnato un significato narrativo.
3.1 L'archeologia studia le scritture per farle diventare documenti (analizza un reperto e gli assegna delle coordinate di contesto).
3.1.1 Le coordinate di contesto possono subire processi di falsificazione.
3.2 L'opera d'arte è una scrittura (a cui è assegnato un significato).

4. Il documento è una scrittura a cui sono assegnate coordinate di contesto.
4.1 Le coordinate di contesto sono le variabili dello "stato" della scrittura.
4.1.1 Lo stato (storico) di una scrittura è definito dalle sue coordinate spazio-temporali.
4.2 La storia è una narrazione che si costruisce sui documenti.

5. Un messaggio è fatto di segni e di significati
5.1 Il medium è il messaggio (Marshall McLuhan)
5.2 Il messaggio è sempre una cosa (VM)


Ogni modifica, correzione o suggerimento saranno i benvenuti.

venerdì 18 giugno 2010

Letture consigliate

Parlando di memoria e di tecnica, di scritture e di fantasia può essere interessante dare uno sguardo a:

Claude Lévi-Strauss, Il pensiero selvaggio, MIlano : Il Saggiatore, 1964.



Oliver Sachs, L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Milano : Adelphi, 2001.





A seguito di un suggerimento ricevuto propongo di leggere il testo:
Ontologia sociale e Documentalità di Maurizio Ferraris, anche se preferisco soffermarmi sulla dimensione materiale della memoria.

Compito a casa


1. Creare un blog intorno alla propria "affinità elettiva" di dottorato.
2. Scegliere un'immagine significativa (francobollo).

3. Scegliere tre lemmi di riferimento.
4. Cominciare a scrivere alcuni "post".

lunedì 14 giugno 2010

Minima moralia n.19

Do not knock.

– Technification is making gestures in the meantime precise and rough – and thereby human beings. They drive all hesitation out of gestures, all consideration, all propriety [Gesittung]. They are subjected to the irreconcilable – ahistorical, as it were – requirements of things. Thus one no longer learns to close a door softly, discreetly and yet firmly. Those of autos and frigidaires have to be slammed, others have the tendency to snap back by themselves and thus imposing on those who enter the incivility of not looking behind them, of not protecting the interior of the house which receives them. One cannot account for the newest human types without an understanding of the things in the environs which they continually encounter, all the way into their most secret innervations. What does it mean for the subject, that there are no window shutters anymore, which can be opened, but only frames to be brusquely shoved, no gentle latches but only handles to be turned, no front lawn, no barrier against the street, no wall around the garden? And which auto-driver has not felt the temptation, in the power of the motor, to run over the vermin of the street – passersby, children, bicyclists? In the movements which machines demand from their operators, lies already that which is violent, crashing, propulsively unceasing in Fascist mistreatment. Not the least fault for the dying out of experience is due to the fact that things assume a form under the law of their purposiveness which restrict their interaction to mere application, without the surplus – were it that of freedom of behavior, were it that of the autonomy of the thing – which might survive as the kernel of experience, because it is not consumed by the moment of action.

(Theodor W. Adorno, Minima moralia)

Dell'aforisma n.19 c'è anche la traduzione italiana su digilander (nel WEB).

sabato 12 giugno 2010

Che cosa è una cosa?

A questa domanda si può rispondere in vario modo.

La "cosa" sul Dizionario Etimologico Online.
"Ratman e la cosa nel buio".
"Les choses", un video.



Les choses : Une histoire des années soixante, par Georges Perec. (intervista n.1, intervista n.2)
(un riassunto e un commento)

Valeria ha detto...
Pensando alle cose, mi viene in mente il film "Ogni cosa è illuminata" (regia
Liev Schreiber, USA 2005)

Dentro le cose ...

Anatomizzare una macchina, o in genere una cosa, serve non solo a capirne la struttura ma soprattutto a far emergere le storie che il tempo ha sedimentato nella materia.
Le Autopsie di macchine possono essere una prima via da percorrere.

Un link col passato

Questo blog si ricollega direttamente con il blog realizzaro dal gruppo di studenti del corso di dottorato "Antropologia e Archeologia Industriale" svolto nel 2009.
Può essere utile - anche se differenti rotte saranno percorse quest'anno - esplorare quella che fu una ricerca iconografica intorno ai temi della cultura industriale.



http://antropi.blogspot.com/

giovedì 10 giugno 2010

Sul WEB


La memoria delle cose di Roberta Bartoletti.
La cultura sottile di Fausto Colombo.
La memoria delle cose di Gian Battista Muzzi

Dieci giugno duemiladieci


Inizio di un esperimento intorno alla memoria delle cose e soprattutto intorno alle cose della memoria.

Vi partecipano (anche con i propri blog):
Marcelo Amianti
Laura Bottino
Dario Cavallini
Emiliean Galan
Veronica Gallio
Andrea Marchiò
Javier Martinez
Vanessa Michielon
Paulo Miranda
Valeria Montrucchio
Olivia Musso
Elisabetta Ranieri
Paolo Simoni
Chiara Terzano


con Vittorio Marchis.